giovedì 24 novembre 2016

crash



picchia forte
il fabbro
su un'incudine
di carne

frantuma
ore e minuti
il ghigno
teso
il morso
serrato

piccole monache
a meridione
raccolte
come pulcini
pigolanti
il vespro

diffido di ciò che
sento
non attendo 
altro

felicità
è un porto
dove
nessuno
attraccherà









martedì 22 novembre 2016

un passo






la poesia
si spegne

come fiamma
di candela

una luce 
breve
e fredda

non conclude
 che a un passo

quanta eternità 
in un passo?

al Cristo
l'Eterno
un passo
sul Golgota

per trasfigurare
un mondo
 in attesa di un passo...
un solo passo




lunedì 21 novembre 2016

il sorgere del sole




ho la sensazione 
che tutto
scivoli
maldestramente
via

come anguilla tra le mani
che sento 
viva
palpitante
non mia

ma cosa della natura 
che torna lottando
 alla natura

i miei piedi
nelle gelide acque
di un fiume
di fuoco

tra rottami
e corpi
mi distendo 
sulla spiaggia
dimenticata
dal volo

scruto
dallo
spioncino
dell'umanità
ed osservo
corpi 
smunti
e labbra arse 

fiacca umanità
al cospetto
di geni meccanici
sotto
l'ombrellone
del futuro
ti nascondi
implorante

l'attesa
del nulla
non vedrà il sorgere
del sole

coscienza



quanti anni ha la mia coscienza?

nacqui prim'ancor
del suo fiorire

o trovai già lei in me
nascosta tra le pieghe dei miei vagiti?

com'è quieta l'attesa di un tempo
inutile
come il ritardo dei chiassosi treni
che scalpitano ed esplodono
nel fragore del mio pensare...

coscienza vò cercando

mi pare di leggere 
sul cartellone di una pubblicità
nera e tetra
che strapiomba
sul collo
dei
poveri
in fila per il tozzo di pane
della sera

oh sera 
mia sera
semmai ci sarai
ancora
invadi e perseguita
ciò che resta
di una stracciata
coscienza

crocefisso




non mi sono dilungato
tra le parole scarne
e quiete
della morte
appesa con un filo
di lana
all'architrave delle speranze

genti che passano
più in là
furtive
scarne
opalescenti


atterrito
sto
al lume
del cero

crocefisso
a metà

un gesto 
ridicolo
mi appaga la mente

sabato 28 maggio 2016

blank...




non potrei scrivere
se non fossi
ancora 
legato
alla pietra 

e l'acqua
scorresse sempre
uguale
agitando
la coscienza
del fiume

intravedo
cocci
e vetri
piedi scalzi......
nubi.......
andare impetuoso

non ansimo
e non ho pietà
ma distinguo

il tempo
distilla
la 
pagina bianca

mercoledì 6 gennaio 2016

parla di te.


parla di te 
amico mio

parla come se soffrissi
oppure
come se gioissi
al segreto
tuo amore

dilata il tuo confine
e poni in esso
quel tuo esercito disarmato
affinché
inerme
soccomba
ai laceranti perché

parla di te
come disco
graffiato
dall'ostile 
aguzza punta

recidi definitivamente
quel suono
e parla

ancor prima di essere
misero colpevole
conta quei passi
tra te e il vuoto
e colma il momento

Un fil di voce è
pur sempre grande
attesa
per l'orecchio
più fino

parla di te 
al giungere della sera.

River


ho disegnato il fiume
dapprima seguendo
il suono dell'acqua

l'ho visto a monte
e lo seguo qui a valle

mi pare che la natura
attorno a lui si stringa

non vedo altro che intenso colore

continuo nei tratti, 
quelli già fatti
remoti,
si annebbiano

non c'è pace tra i piccoli gorghi

Dio osserva
dal verde della foglia

una raganella muta
si cela
tra le bianche pietre

cancello
e rimando
alla stagione 
migliore

per ora un suono
vivida luce
sangue e silenzio
l'occhio si chiude