domenica 17 dicembre 2017

cella continuata dulcescit





nel camminar
v'è
sempre 
meta

là un bosco
qui
un lago

dolce il 
declivio
alla pallida
sorgente

quattro
le mura
quattro
i punti
del cardine
spirituale

aironi
lontani
e fiamme
nel
petto
ansante
sul masso
sporgente
del Golgota

LUNE..

mi piacciono
i colori accesi
dei templi
scoperchiati

in cui respiri...
anche adesso..
aria
di morte e di trepidazione

mi piace l'essenza del nulla
il placido girovagare
del vortice
in una pozzanghera
al passare
dell'ingombrante
autocarro 

mi piace ancor
di questo pianeta
quanto presto non sarà più
ciò che ora miseramente
è

O splendidi soli.....
numerose
lune...
e su queste...
così povere
e fragili
con impaziente attesa
tarderò a 
trafiggerne
il vergin suolo
con la punta aguzza
della bandiera...
avidamente.....








penna



penna amica
soffri
fra le dita

spingo a fondo
il sangue tuo
nero di china
non s'assopisce

neppure.....
quando le ore
si fanno 
buie
e gli spiriti
deformi
fiaccano
la resistenza
delle 
terrene 
catene

e vagano

vagano
aggrappati al misero pennino
che gocciola
e stride
nel lago bianco
del mio destino

penna amica
a te caro il mo pensiero
dopottutto
per rima
anche
questo
è amor vero.

sabato 16 dicembre 2017

Astolfo, il mago.






il mago Astolfo
regnava
sul trono
indomito
il carattere

baffi spietati e naso adunco
alla stregua di rostro

infilzava i sudditi
che a turno
smaniosi
del proprio destino
attendevano
sotto il loggiato

principesse erranti
sinuose
traevano
dalle arance
 il succo più dolce

e l'orchestra
attaccava con "allegro"
ritmo
un fugace pensiero

Astolfo rideva
sbiancava
schiumava

afferrava la sfera
spalancando le orbite:
"immagino e vedo 
morte 
e stridore
fuoco e fiamme"

e quando mesto
il cliente 
s'adombrava....
Astolfo
d'un lampo
il vino...tracannava

mondo






come va o mondo?
vorticosamente
ti giri 
su te stesso 
insonne 
da secoli eterni

spietato il tuo lento
procedere
creature accompagnano 
il tuo moto

mani sollevano
le lunghe scie 
depositate
nella corona 
del tuo cielo

occhi guardano
e domandano
semmai...
c'è una ragione
nel tuo vagare?

lento e possente
freddo
e duro
nelle roccie
sovrastanti
i miei pensieri

o mondo 
mio
ti sei fermato 
almeno 
in altre occasioni

hai concesso
di scendere
alla sosta
dell'eternità
i molti
che inutilmente
diafani
veleggiano.........

contemplazione



dinanzi alla pagina
che il mondo ha riservato
nella soffitta
dell'oceano 
onde 
virtuose 
e lunghi silenzi

accetto il piccolo dono
e guardo 
il sole cadere con un fragore eterno

mi domando 
se aldilà
della galassia
non vi sia
il volto
che cerco

la mano di riso
nel bianco
della neve
risplende
sui monti
come vento di tramontana