domenica 21 novembre 2021

Ernesto e il suo mondo



tutto fu

come se fosse ancora.......


Ernesto

considerò

che la casa

avesse 

solide fondamenta.....


si aggrappò alla falce

di luna

sangue rosso 

dalle mani imprudenti.....


all'alba 

un passero 

al vetro....


nel silenzio di una notte

appena coricata

il raggio di luce

destò l'occhio


Ernesto comprese

e lasciò 

andare

come diga

senz'acqua

triste

nel silenzio

della valle.





Oscar il barbiere





sonnecchia leggero

impavido

il tempo

scorre


il caffè

gorgoglia

e il balcone si apre

l'immenso del giorno

mi appare

svogliato

accarezzo

il fondo del bicchiere


traliccio abbandonato

nell'umida campagna


stavo pensando....

stavo leggendo....


ma non ero

perchè la luce 

perpetuava

l'onda di trasmissione


quanto mi piace

non è più....

e le cose

non appaiono

simili

a una tavola perfettamente 

addobbata e preparata...



il matrimonio si sa....

non è...

se non compare l'altra ombra..


così calo dalla scala

il pacco dei miei panni

e mi sposto....


salendo 

verso il tetto 

le guglie appaiono sinuose e i profili arditi...


sono ombre proiettate 

nel viola sconnesso asfaltato



rimando l'appuntamento?



Oscar, lui il barbiere

affila lento il rasoio del tempo

scostante 

il capello si ritira 

e l'acqua scorre irritante

alla base del collo

tutto appare come sempre

come sempre non è

già tutto è passato

mi infilo

nel buio...


nel sole nel vento nel cammino

 



acqua poi non vidi più...

se non quella di una solitaria e responsabile lacrima

 a tratti lenta a tratti rapida 

solca il monte delle mie gote


terra e mare 

nubi e sole

solitari e sbiancati di pallida deformante luce

sembrava mi rovesciassero addosso

miti silenzi e prestigiosi diamanti


oro non voglio più

ho desiderio

di altisonanti labiali

silenziosi....

acerbi....

aspri.....


non mi importa del cartello "vendesi"

la mia anima

è un quadrilocale ampio e spazioso

ci puoi vedere da li

l'infinitamente piccolo

e scorgere

le maestose vette dell "ora o mai più"


consolato chiudo la porta

forse questa notte

il catenaccio non servirà

tutto quanto è già...prima....

sabato 20 novembre 2021

sogno




 un albero

 si inchinò lentamente

 fino a toccare con il ramo

l'acqua brillante del rivo

non escluderei 

diceva frastornato il mediocre

che il tempo sia di per sè un'invenzione

sudava al sole steso su di un lenzuolo opaco

le mani aperte al cielo e le tempie battevano veloci

l'ansia di perdere sovrastava la tensione della gara

eppure nella vecchia scatola

il mediocre  teneva al buio alcune

frivole lettere

erano tempi bui

erano tempi lunghi

il monte

illuminato dalla luna di ghiaccio

come tela dipinta

appeso alla parete della lurida casa 

del vecchio pompiere

il cui sonno pesante

partoriva sogni leggeri...

queste e altre visioni

nella mente 

pervasa di respiri

intensi..........

eppure

nel sonno

una foglia planava

delicata

sulla terra di creta.