martedì 16 dicembre 2014

il pettirosso



un pettirosso
è entrato
alla mia porta

becca delicatamente
le piccole
molliche
a terra 
con un ritmo
gioioso

è piccolo
ed esile
ma molto rapido
le zampine
agili
come
dita
di suonatrice 
d'arpa

la leggerezza
e la soavità
sono spesso 
sinonimi
di maestosità

appare 
scompare 
ricompare....

or ora
mi pare
porporato
in preghiera
estatico
a fissare 
l'alto
in attesa
di un
raggio di sole

domenica 26 ottobre 2014

Epitaffio



E' una 

morte viva

vivere

per sempre

senza

vita

venerdì 10 ottobre 2014

Nel sogno




sognare
sognare
ma che sarebbe
l'esistenza

se non fosse
comparso
nel
sonno 
il sogno?

marcire
disgrergarsi

complessificare
la materia
per ricordarsi

di espandere
l'universo

quell'universo
di cui
solo
io
ho l'accesso

possiedo 
e non trovo

probabilmente
non saprei
dove cercare

prendo tempo
intanto


nel sogno




solitudine e lavoro



si traveste 
da formica

e poi
solerte

per certi
aspetti
fiducioso

si mette
in moto


trascina

spinge

solleva

maledice

si strappa
e lacera
le carni
fino
alle ossa

e la sera
o la sera
a ricucir
il tessuto
dilaniato

in attesa
dell'indomani

seduto
svenuto
muto
perduto

un bollitore
fischia
la ritirata




E' mia madre


già ti levi
quando
il brusco
fervore
dei canterini
uccelli
inonda
la quiete
di un
mattino
anonimo

sei la donna
di sempre
quella per la quale
io
risposi
è mia madre

rincorri composta
in gesti già usati
i tuoi 
passi eterni
che io, figlio,
ben riconosco
e per i quali
risposi
è mia madre

ti inebri di luce
di acqua
di sole
avanzi
austera
segnata dal tempo
quel tempo
a me tanto
caro
e per il quale
risposi
è mia madre

le mille risposte
che io figlio
seppi dare
ad un arcano quesito
per il quale
risposi
è mia madre

Madre mia
di te non avrò
più nulla domani
se non la risposta
quella certa
di sempre:
era mia madre

Dare e Fare



sognai anch'io
ma è più
semplice
rubare
la realtà

aspettai
costantemente
teso
all'ultimo
squillo
della trombetta
delle occasioni
volanti

quanti voli...
quante ali adoperai...

Ora mi ristoro
giacché il tempo
è pur sempre
un
peso

senso buio

la sirena
stridente
della sacra
musa
si allontana

lentamente
svogliatamente
riprendo
i miei
vaghi
passi
nella penombra
a me
truce
avversa

mi resta
la carta
l'inchiostro
il senso
profondo
di un 
compiuto
misterioso

come nave 
sballottata
tra fauci
grottesche
di un mare
rosso e cupo
il mio
animo
si dibatte

ma non senza pace
proibito
dar fondo
con l'ancora
in rovina

gioisco
così
nell'attesa
di una calma
soprannaturale
finché trionfi
il concetto
l'unico di sempre
lo spirituale

conobbi amici



conobbi amici
girovaghi
e spensierati

parlai a lungo
con compagni
intensi e cervellotici

ricavai un metro
una misura
concreta
ma fuorviante

mai sentii
profanare 
la parola
valore

La intesi nascosta da ombre
e da spigolose congetture
ma mai
me ne venne rivelata
la pura
genuina
musicalità

Ieri
sballottato
dall'inesauribile scorribanda
di piccoli figli dell'acqua
scherzosamente
abbozzai
un'ingenua conversazione

dalla quale
trassi pesantemente
e con meraviglia
una conclusione maldestra

che a volte nei piccoli
vi è il pensare
dei grandi
anche quando si tratta
di gravi e profonde
verità

Del valore compresi!
e di come
fosse
incarnato
in quel piccolo
e fragile
corpicino
il senso
compiuto
di
un capolavoro
impropriamente
sfuggito
alla vita
dei grandi.



credere in sè



Credendosi
ciò
che non 
si è
si confonde
il senso
e la misura
del reale

Occorre
ben
definire
ogni
limite
umano

Sveglia


l'ora
scandita
da una 
vecchia 
sveglia

mi 
rincorre
nel tempo
pitturato
di giallo


ho voglia
di azzurro

di aria

di respirare 
il terso
e inebriante
blu
del tramonto

Assicurarmi che cosa?



una nota 
lancinante
che spezza 
l'oriente infervorato
un cataclisma
fra provette
e ingegni
sparsi
e ossequiosi

E' quasi
la fine,
il rullo
della grancassa
che è
diametralmente
opposto
a quella croce
spezzata

fievole
truculento
spezzato
e rotolante
tra le vetrine
con scritte
saldi
si compera
ci si illude....

Assicurarmi che cosa?

sasso



sasso
lanciato 
con forza
verso vetri
già
rotti
da altri

sasso
muto
impenetrabile
insofferente
di spigoli e forza
natura perversa

sasso
del mio abbandono
solerte il rientro
verso
case 
mai viste

sasso
inerme
algido
maledetto
e senza vita
nè parola

sasso
che
chi
cerca?

mercoledì 1 ottobre 2014

TzimTzum


TzimTzum

non lo direste
ma ho catturato
Dio

l'ho ridimensionato
alterato
imprigionato

è là
in quel vaso verde
sulla credenza
di cucina

penso dovrò
scagliarlo
contro il muro
volto a nord
dove l'umidità
è vorace
e la pergola
muore

TzimTzum
questo sarà
il suono
quando 
il muro
fracasserà
il vetro

TzimTzum
scintille
e luci
nello spazio

Uno dove ti trovo?
E dove non ti trovo?
TzimTzum

mercoledì 3 settembre 2014

sinking........





stride
regolarmente
la parola
e il suo
suono

non attendo nulla
dal significato

mi aspetto
un regalo
una pietra
un fardello
un poema
un falso

un lento
affogare

una palude
un suono

ciao cielo

giovedì 3 luglio 2014

motivi per cedere.



vi sono 
molti motivi
per cedere

le bollette
i vicini
i cani ululanti
gli amori difficili
e l'età che avanza

ve ne sarebbero
ben altri per resistere

le bollette
i vicini
i cani ululanti
gli amori difficili
e l'età che avanza

in ciò
non v'è nulla
di speciale

muscoli
nervi
rabbia
tensione
...preghiera

respiro 7 volte
prima di decidere
quindi mi tuffo...

nel volo
solamente
comprendo
l'altezza.

mercoledì 18 giugno 2014

parole


le parole
non servono
alcun padrone

inutili
inefficaci
inespressive

sono un taglio
lacerante
sanguinante

liquefatte
in bottiglie
alla deriva

parole
maledette
storpiate
amalgamate
appallottolate
compresse
tritate

senza silenzio
non v'è parola

domenica 15 giugno 2014

Jeanne Hebuterne (Meaux 6 aprile 1898 - Parigi 25 gennaio 1920)



assonanza
dissonanza
corsa folle
aria pungente

lasciarsi andare
tra le braccia
geometriche
allungate
dell'amato

poter dire
finalmente
"pace e quiete"

roteare
e poggiare delicatamente
la mano sugli occhi
il marmo
freddo impenetrabile della mente
non produce alcun suono

Jeanne
si spegne
come lume consumato
al sole.

lunedì 2 giugno 2014

Il numero di Sant'Anselmo.




due umani
comparvero 
imperfetti 
sulla terra


in Alto
angeli perfetti
ma in numero
imperfetto


altri 
angeli perduti
raggiunsero 
la terra

e il numero
degli umani
crebbe

e il numero 
degli angeli perduti
crebbe

e umani perfetti
sostituirono 
angeli perduti

e angeli perduti
sostituirono 
umani imperfetti


nessun territorio da difendere

nessuna nazione da conquistare

nessun tesoro da trafugare


Tutto per ricomporre un numero diminuito,

Tutto per completare un numero non ancora perfetto.

Così Sia.













sabato 31 maggio 2014

Canzone Navajo.


Guardo il cielo
L’abisso è lontano
Il sole è vicino
Il Dio Nero
Ha nel suo sacco
Cristalli di stelle
le dispone con cura
nella volta celeste
e le accende
per illuminare
il Sacro Sentiero

E il Maschio Danzante e la Femmina Danzante
Ballano attorno alla Stella Polare
Ma il Coyote
guardingo
non attende il Dio Nero
E getta
A casaccio
I cristalli di stelle
Spargendole
Per tutto il
Firmamento.
Che gli Dei
mi siano propizi
in questo mondo
di ombre
fatemi udire
L'Allodola-che-Cantava-Ogni-Mattina-la-sua-Canzone-al-Sole.

mercoledì 14 maggio 2014

ma che sarà? canzone triste.




ma che sarà
che sarà di te?
te lo sei mai domandato?
che sarà delle tue abitudini
del tuo piatto
della sedia
del tavolo

del tuo libro preferito
della penna
e del foglio della spesa

dei tuoi passi
e dei gesti di ogni giorno
della pianta da innaffiare
e del gatto da far entrare

degli amici quelli cari
del rubinetto che perde
e della parete da pitturare

che sarà di te 
di questa mano nuda e tesa
nell'atto eterno
di afferrare
un lembo piccolo di cielo
che sarà in fin dei conti
.......che sarà?


martedì 13 maggio 2014

il pescatore di tesori (ode to William Phips)



William Phips 
cercava tesori
tesori sommersi
nascosti nel fondo
del cuore 
del mare

e la Rosa d'Algeri
lo portò lontano
gonfie le vele
fino a Hispaniola

cercò notte e giorno
infine trovò
lingotti d'argento
nell'alga bianca

"dio sia lodato
è la nostra fortuna"
scortò il tesoro
divenne Signore


da allora vinse
imprese e assalti
e ancora fortuna
per lunghi anni 

poi d'improvviso
il vento cambiò 
povero e solo 
finì come naufrago
nel mezzo del mare

e nella nuda cella
lo colse il pianto, 
 la febbre, 
e disperazione

e quando la morte
gli strinse la gola
nell'ultimo soffio
immagina ancora
di tuffarsi per l'oro
del galeone

si narra
non pago ricerchi
tutt'ora
fra pieghe di sabbia
l'eterno tesoro.


"William Phips
William Phips"
lo senti nel vento
ritto sul cassero
solo un sogno
lontano
.....già spento













bandiera al vento


ho issato al vento la bandiera


la vedevo salire
lentamente
verso il cielo
mentre il vento
ne frustava
i contorni

ho dato volta
come si usa fare
e l'ho ammirata

una vela
una foglia
un sogno
un pensiero

così sono io
bandiera al vento
in perenne movimento
ma eternamente
fermo.






domenica 11 maggio 2014

Susanna e canino bruttino. Dedicata a Susanna Tamaro.



Susanna piccolina
non possedeva un cane
lo avrebbe voluto
per il compleanno,
o forse no,
ma si
un cane, piccolo,
un canino

e avvenne
che fra i tanti del canile
ve n'era uno
piccolo
insignificante
non bello
non di moda
avvilito e silenzioso

un piccolo essere
gettato
nell'angolo più lontano
della lercia
tana.
il suo nome era
"canino bruttino"


"è lui"!
pensò Susanna
e così
canino bruttino
stordito e incredulo
trovò casa
un affetto
e un ampio giardino

il suo nome ora è Bau
e di questa storia
è giusto pensare
che al mondo
vi sia
non so per quale mistero
chi è folgorato
dagli ultimi
dai derelitti
dagli sconfitti

imprevedibile 
l'animo umano
spesso
nei piccoli
v'è misteriosa
grandezza

addio Susanna piccolina
l'averti incontrata
nutre 
di speranza
il cuore
dell'intera 
umanità

















mercoledì 7 maggio 2014

Song of Pocahontas (trad. Inglese- stile country /adatt. Marcel Schwob)


Sono come formiche
cercatori d'oro
e tirano su 
baracche di tavole

e il loro capo 
è John Smith
ha baffi diritti
e barba spessa

Pocahontas 
lo abbraccia
e il sakem
gli salva la vita
per due volte fu così

two times:
pocahontas
pocahontas
dai grandi 
occhi dolci

alla fine john
la ritrovò
nella "bella società"
e si chiamava
Rebecca

aveva un cappello alto
due ghirlande di perle
un ventaglio nero
e il viso affilato

two times:
pocahontas
pocahontas
dai grandi 
occhi dolci











martedì 6 maggio 2014

Bill il segugio e il bolide.



il bolide fischiante
per nulla intimorito
si schianta 
al suolo
a meno di cento passi
da me e Bill il segugio

lapilli, folgori
e fumo denso verso il cielo

attonito
rapito
non mi muovo
e Bill il segugio
con gamba levata
fiuta la scena.

penso tuttavia
che ci sia andata bene
ma tremo al pensier
di ben altra sorte

e allora nel mio intimo
vagheggio:
che sarebbe mai
l'umanità se un 
bolide
di ben altre 
proporzioni
avesse fatto tremare
e venir meno
la terra intera
sotto i nostri piedi?

credo bene che altro
ramo pensante
a noi
succederebbe

e così incuriosito
volgo lo sguardo
a Bill il segugio

e lo immagino
laureato e cortese
a spasso
con me medesimo
al guinzaglio
si intende,
per il paese.




il geco immobile




un geco
immobile
mi osserva.

gli parlo
con calma
senza spaventarlo

mi siedo
pressoché al suo fianco
e lo fisso

continuiamo
così con questo dialogo
silenzioso


comprendo
infine
che la bestiola
è morta

sgomento
mi retraggo
e penso:
la morte sola
annientando generi e specie
avvicina
esseri
impossibili.





























domenica 27 aprile 2014

il Prof. Giuliano.


"pim pum pam
deviai con forza l'illusione del nemico
di avermi eliminato
e steso infine.. 
..dissanguato.. 
venni tratto in salvo

ah poi, cari giovani, quanto male 
e che tristezza abbandonare
i miei passi sulle vette.."

e presa la bicicletta
con pedalata trasformata
per alleviar l'arto offeso,
il Professore ci recava
nel pien della campagna.
e Boves era aperta
e splendida nei colori

E li precisamente, lui si trasformava.
 E presa la fedel canna di nocciolo,
narrava a noi gli eventi
di quei maledetti giorni.

Ed io rapito rivivevo
le intense rappresaglie,
le corse fra i castagni
e il suon della mitraglia

e sgomento, con me gli altri,
attendevamo con ansia 
il finire dei suoi racconti.

Non ti vidi più per anni,
seppi poi della tua scomparsa
e d'un lampo
riaffiorarono gli eventi:

la tua gamba spezzata
la bicicletta ingentilita
la canna di nocciolo
il tuo narrar profondo
e il suon della mitraglia.

Avrai un posto

in un qualche Paradiso

con attorno cime, boschi, e quiete,

e al tuo transitare, ad ogni passo

finalmente

lo scricchiolio

delle foglie amiche.





sabato 26 aprile 2014

La mia mamma (1972, 10 anni)


Mamma, dolce il tuo sguardo è,
lieve il sorriso tuo.
I tuoi occhi amorosi mi guardano silenziosi.

il mio paese (Cerati, 1972 10 anni)



Laggiù dove gli occhi si perdono
a riguardare tra gli irti colli,
tra il verde folgorante,
sorge su colle maestoso
tra brina e luci il mio paese
Grigiastro e cupo
come lo sguardo di un lupo
il cielo tocca il lungo campanile,
torretta del bene.
Di là sorge il monte
superbo, e gli pascola sul dorso
uno spruzzo di neve,
che a poco a poco se ne va,
sparisce,
trasformandosi in acqua
brillante, che scende,
dolcemente cantando.
Il mio paese è piccolo, 
la brezza accarezza le case,
il sole si nasconde giù, sempre più giù,
come se si vergognasse
stare ancora lassù nell'infinito.
Questo è il mio paese,
dolce e sereno come il cielo azzurro e pieno di vita.

venerdì 25 aprile 2014

il faina


lo chiamavo il Faina
dal suo sguardo aguzzo
il sorriso sibilante
il corpo diafano
e le ali ai garretti


saliva sulle vette
e pareva mantice d'officina
dalla scura bici arroventata
potevi udire note gravi e acute

e in discesa sospeso
come aquilone sospinto
 il filo teso guidava

il "faina" aveva fame
divorava la ruota
disgregava le anime

maniscalco creatore
menava a dritta e manca
turbine, uragano, buriana improvvisa,
stordimento



il "faina".... gridavano al cielo
il "faina"... urlavano a Dio
e lui penetrante, avvolto tra spire
curvato, storpiato e legnoso
come bastone di vecchio
aggrappato nell'ultimo passo,
incendiava il traguardo


e poi tutta una calca, una rincorsa, un agitarsi,
una fornace accesa
come di anime liberate da Purgatorio in attesa del Verbo Creatore

e il "faina"  stordito tra loro
disarcionato e atterrito come di strega al rogo purificatore

strappava e gettava sorrisi 
avanzando...
 piè lento....
nel gabinetto....dell'esaminatore.


















giovedì 24 aprile 2014

io e Caius........



Oggi avemo piegato 'sta "leggenda" orientale..
na faticaccia....
tanto ce n'è voluto...
so esausto..
e poi tutte 'ste vergate
e per cosa? mica l'ho capito io....
io e Caius avemo fatto un buon lavoro..
mò spero nun lo crocifiggano..
sennò ce tocca montà su fino ar monte
con 'sto poraccio e la croce in spalla...
me toccherà anche seguirlo e daje de frusta
nun sopporto quella viuzza, le buche li sassi...
e poi ..e poi ce tocca aspettà......io odio aspettà...
e meno male che c'ho li dadi così passamo er tempo..
che passi 'n'fretta ner oltretomba..
strano però stò Nazareno...
....ma nun poteva di " me sò sbajato" ?
mah.....mò sento n' friccico de presentimento...e che sarà?...
Aho Caius namo và ..



mercoledì 23 aprile 2014

questo rosso.



Mi rendo conto ora
di come sia tardi
il metro delle una se n'è andato
Dio Mio che disastro

Tutto questo rosso
mi sento appiccicata al suolo
nessun movimento qui attorno

ansimo e i miei polmoni sanno di acre 
trovo tutto questo assurdo
Forse non sono io
Dio mio che disperazione

Tutto questo rosso
mi sento appiccicata al suolo
nessun movimento qui attorno

Questa gente raggomitolata a terra
dove devo andare?
che cosa devo fare?
farmi forza, farmi forza.

Tutto questo rosso
mi sento appiccicata al suolo
nessun movimento qui attorno

la fine di me e dei miei pensieri
devo andare
muovermi
alzarmi
correre
piangere.




no surprises


che sorpresa vi sia
nessuno sa dirlo
occorre cantarla
la sorpresa
o pensarla
con gli occhi pieni di lacrime
sovverti il governo
cambia pagina
salta finalmente nel buio
di tante parole non c'è bisogno
ma non allarmarti e non sorprenderti
se ad attenderti 
ci sarà un silenzio
che decreterà per sempre la tua fine
ma non allarmarti e non sorprenderti
la tua fine è pur sempre
il tuo inizio
e qui ti trovi bene
ed è bella la tua nuova casa
da qui nuovi panorami
puoi girare nudo 
cantare sotto la doccia
dormire delicatamente
nessuno parlerà più di te
ti basterà poco
non allarmarti e non sorprenderti
silenzio silenzio

Ode to Neil Young


C'è un uomo.
viene dal canada.
canta e suona la chitarra
dice cose buone.
non mi interessa parlargli
ci parliamo da molti anni.
non mi interessa conoscerlo.
ci conosciamo da molti anni.

ma se c'è qualcosa che mi ha lasciato
è portare il peso dell'anima
nonostante il vento, la pioggia e il freddo
le ferite della vita.....nonostante tutto
fanno male

non so se mai ci incontreremo
navigo su altri mari
ma guardiamo lo stesso orizzonte
spesso ne parliamo
e rimaniamo in silenzio per lunghi anni

spezza le frecce del suo arco
e lascia che le vecchie strade si riuniscano in lui
ehi amico come sarebbe bello lasciare tutto...

ma se c'è qualcosa che mi ha lasciato
è portare il peso dell'anima
nonostante il vento, la pioggia e il freddo
le ferite della vita.....nonostante tutto
fanno male

Preghiera del Marinaio






........................ssssssssssssciacquio.....................................
...........................................................ssssssssssssssssciabordio.............................
ssssssssssssssssssssschiocco 
...........................................................di frusta sul ventre......................................
...........................sssssssussulto............................................
sssssssssssssssschianto.......................

.....................................criniere di cavalli................

                            ...................s i l e n z i o...............



..............."O Dio, tu mi salverai, se vuoi....................
......................mi perderai, se vuoi.............................................
.........................ma in ogni m o d o............................

....................................io..........................................

..................................terrò il timone sempre dritto"..........................

martedì 22 aprile 2014

Alpino Warship 1993..poco prima della fine..



Lasciami avanzare
con tranquillità e leggerezza
il mio animo così disponibile e terso
emana calore

Lasciami avanzare
non contarmi i passi,
voglio rotolare nel cimitero dei dinosauri
ora così inermi e dormienti

Lasciami pensare
che in fondo amo la terra, il cielo e le acque
e che il mio corpo sparirà per un attimo
fagogitato
nello spesso grigiore della ferraglia

Lasciami riposare,
sollevo già le spalle
fra ronzii e gocciolii
non venitemi a cercare.

lunedì 21 aprile 2014

old song



c'è una vecchia canzone
l'ho scritta io
con una chitarra rotta e scordata
ma ce l'ho messa tutta

l'ho cantata in inglese
ma non conosco molte parole
solo amore, strada, auto e cane
ma che canzone è mai questa?

di accordi non me ne intendo
un sol un do e un fa
il re mi viene male
ma va bene così

se ti piace puoi cantarla con me
la strofa fa
la la la lalala la la
non ricordo altro
la la lalala la la
la la lalala la la


se hai un penny dammelo
mi cucirò le calze
e berrò un buon caffè
tra un sol un do e un fa


il re non mi viene
ma va bene così
la la lalala la la
la la lalala la la

Distacco.




Nella lenta camminata,
schiocchi di frusta ma è l'onda delusa allo scoglio dei Fiume,
pittori appollaiati infrangono le regole, terso più dello "specchio nero" il cielo e sono così distanti le loro linee.
Osservo distaccato, per essere più libero, 
mi apparto senza timore dinanzi alla spiaggia, 
sono un punto nella tela consunta del macchiaiolo.....
il suo pennellare mi conduce verso luoghi inaspettati.......
Leghorn 12/5/1998 

Heautontimorumenos.





E' impossibile cominciare con la perfezione.
Dapprima esiste il mostro: abbozzi confusi, stentati, deformi.....
falsi pieni e grandi vuoti.....
il pensiero spesso è un motore immobile, richiede "silenzio e ostinazione"...
lasciarsi andare e divenire Heautontimorumenos......

Vecchio mio




Vecchio mio, stai diventando un ricordo...
un nucleo, un elemento microscopico nel fermento disastroso del pensiero...
forse la morte ti fossilizzerà, rimarrai esterrefatto per la porta spalancata dinanzi a te e mille volte pregherai ancora perché tutto Sia Così.


Uomo al contrario




Prendi il contrario di quanto pensi
definisci l'inverso della tua affermazione
divieni un uomo retto al contrario
così cammina all'indietro
con il sole in faccia e l'ombra davanti
parla a quel muro con frasi mai dette, e vedrai aprirsi una finestra.

dubbi e ancora.




il dubbio è imperfezione.
non lo dico io.
l'ho sentito dire..
colto continuamente e pressantemente da dubbi..dubbi..dubbi
realtà non misurate...
spirali poco gioconde dei miei bassi voli....
dubbi e ancora dubbi si accalcano, stratificano, si agglomerano e condensano....
mare verborum gutta rerum